Nel pronto soccorso degli ospedali italiani esiste un nuovo codice: il codice lilla. Esso indica un percorso specifico, una guida per aiutare gli operatori sanitari ad accogliere i pazienti con problemi di nutrizione in pronto soccorso.
Nella pratica clinica capita sempre più di frequente di incontrare pazienti - spesso giovanissimi – con disturbi del comportamento alimentare (DCA) nelle varie sfaccettature (Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità, EDNOS ovvero Disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato).
A volte un DCA seppur conclamato non rappresenta di per sé lo spunto per indurre il paziente a chiedere aiuto. In questi casi infatti, la motivazione alla consultazione dello specialista psicologo-psicoterapeuta va ricercata in altre situazioni quali ad esempio una rottura sentimentale, la difficoltà a ritrovare una certa serenità nella gestione della propria vita, una perdita, la difficoltà nello studio o nel lavoro, ecc. Generalmente, quasi mai il problema alimentare viene “verbalizzato” al primo colloquio. Anche quando il sovrappeso, l’obesità o la condizione anoressizzante siano palesi, il paziente ha bisogno inizialmente di focalizzare l’attenzione su altro, come se solo dopo essersi adagiati comodamente in poltrona si possa finalmente affrontare la questione cibo. Ciò fornisce un’importante informazione: tali pazienti, anche nel setting terapeutico, palesano la difficoltà nell’affrontare il proprio rapporto con il cibo dopo aver collaudato un contesto accogliente, empatico, contenitivo, in grado di reggere il peso di questo fardello. Probabilmente la sofferenza che risiede a monte di tutto ciò è così schiacciante ed arcaica che si ha bisogno di tempo per esplicitare a se stesso e all’altro (il terapeuta in questo caso) un dato di realtà evidente a colpo d’occhio.
In altri casi invece, più rari, il paziente arriva in seduta angosciato dal disturbo alimentare e fa un’esplicita e chiara richiesta di aiuto in merito, proprio perché reduce da vari tentativi infruttuosi di diete, cambio di nutrizionisti/dietologi, condotte comportamentali determinanti uno pseudo-controllo sul cibo che hanno disatteso le aspettative iniziali. In alcuni casi il ricorrere alla psicoterapia è un po’ “l’ultima spiaggia”, l’ultima opportunità che la persona è disposta a concedersi. Questo chiaramente carica di tante aspettative il setting psicoterapeutico.
In queste circostanze, infatti, i pazienti dichiarano tanta frustrazione per i fallimentari tentativi precedenti, e la consapevolezza di non potercela fare da soli li porta ad essere impazienti di procedere nel percorso di cura ma soprattutto di vedere al più presto dei risultati per provare a risarcire in qualche modo la loro autostima. In alcuni di questi casi può accadere che il paziente non riesca ad aspettare i risultati del lavoro terapeutico e finisce per scappare dal setting, confermando in questo modo l’idea che il proprio destino sia quello di essere preda del DCA e di non avere scampo. In altri casi invece, i pazienti che sanno attendere e rispettare i tempi della psicoterapia possono poi godere dei tanti vantaggi del percorso di cura, e riescono anche ad affrontare il loro disturbo alimentare.
Il Fiocchetto lilla
Il simbolo del Fiocchetto Lilla ha origine in America e rappresenta da più di 30 anni la lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare. Questo simbolo e il suo significato sono stati adottati anche in Italia per coerenza di intenti e con l’augurio che ciò possa sensibilizzare ed informare sulle cause e sugli effetti che i DCA determinano nell'individuo e nella famiglia di chi ne soffre.
I DCA meritano attenzione, rispetto e cura da parte delle persone, della società e del sistema sanitario in generale. Per questo motivo occorre accrescere la consapevolezza a livello individuale ed istituzionale, bisogna scoraggiare il distacco e il disinteresse così da evitare l’indifferenza di fronte a problematiche di questo tipo. Bisogna inoltre creare una rete di supporto e di cura rivolta a chi ne è direttamente colpito ed alla sua famiglia (soprattutto dei più piccoli/giovani), così da contrastare il disagio relazionale, il senso di abbandono e l'omertà che spesso caratterizzano queste problematiche. Bisogna evitare che questi temi vengano sottostimati generando poi tante altre complicazioni personali, cliniche e sociali.
Anche il Pronto Soccorso si tinge di lilla!
Ebbene sì, nel pronto soccorso degli ospedali italiani esiste un nuovo codice: il codice lilla. Questo nuovo codice è il risultato del Tavolo di lavoro specifico coordinato dal Ministero della Salute, che ha elaborato le “Raccomandazioni per interventi in Pronto Soccorso con un Codice Lilla” e le “Raccomandazioni per i familiari”. Clicca qui per approfondire
Il codice lilla indica un percorso specifico, una guida importante per aiutare gli operatori sanitari ad accogliere i pazienti con problemi di nutrizione in pronto soccorso.
Il Ministero della Salute, infatti, si è attivato per promuovere un adeguato percorso terapeutico poiché, negli ultimi anni, i DCA risultano essere un fenomeno sanitario sempre più frequente, in particolare tra bambini, adolescenti e giovani adulti (argomento trattato in altri due nostri articoli: Disturbi alimentari: si ammalano sempre più adolescenti e Bambini e calorie: mangio, dunque sono).
In quest’ottica, infatti, il lavoro svolto e coordinato dal Ministero della Salute vuole dare un valido aiuto alle persone con disturbi dell’alimentazione, fornire strumenti pratici e standardizzati agli operatori sanitari sull’intero territorio nazionale e raccomandazioni specifiche ai familiari; indicazioni che sono fondamentali per renderli consapevoli delle forme di disagio, soprattutto iniziale e a volte nascosto dei loro figli adolescenti, che possono anche sfociare in gravi problemi sanitari.
Coloriamoci di lilla!